Una domanda ai cattolici democratici del Pd

L'Angelus di Millet“Il diritto alla vita, di cui è parte integrante il diritto a crescere sotto il cuore della madre dopo essere stati generati; il diritto a vivere in una famiglia unita e in un ambiente  morale, favorevole allo sviluppo della propria personalità; il diritto a maturare la propria intelligenza e la propria libertà nella ricerca e nella conoscenza della verità; il diritto a partecipare al lavoro per valorizzare i beni della terra e a ricavare da esso il sostentamento proprio e dei propri cari; il diritto a fondare liberamente una famiglia e ad accogliere ed educare i figli, esercitando responsabilmente la propria sessualità. Fonte e sintesi di questi diritti è, in certo senso, la libertà religiosa, intesa come diritto a vivere nella verità della propria fede ed in conformità alla trascendente dignità della propria persona”. (dalla Centesimus Annus di Giovanni Paolo II).

“La legittima pluralità di opzioni temporali mantiene integra la matrice da cui proviene l’impegno dei cattolici nella politica e questa si richiama direttamente alla dottrina morale e sociale cristiana. È su questo insegnamento che i laici cattolici sono tenuti a confrontarsi sempre per poter avere certezza che la propria partecipazione alla vita politica sia segnata da una coerente responsabilità per le realtà temporali”. (dalla Nota Dottrinale della Congregazione per la Dottrina della Fede, riguardante l’impegno e il comportamento dei cattolici nella vita pubblica).

Due citazioni per domandare ancora una volta ai cattolici democratici del Pd del Lazio, perché hanno accettato all’unanimità e di buon animo, una candidatura proveniente da una cultura politica tanto distante dagli auspici del Magisitero e, comunque, dal comune sentire cristiano.

In attesa di una risposta.